LA GENESI
DEL PANDA
Come nasce una leggenda?
Nessuno lo sa di preciso perché molti sono i fattori che concorrono: fatti reali, superstizioni, fatti inventati, coincidenze, successioni di eventi non controllabili e tutto ciò ha poi bisogno di tempo, anni, secoli in molti casi, tempo nel quale gli elementi si fondono, si distorcono ed entrano nell’immaginario collettivo.
Più o meno (molto meno che più) e ciò che avvenne nel caso del Panda, solo che stavolta vi fu un elemento in più rispetto a quelli citati sopra, difficilmente prevedibile, a tratti ineffabile, automunito e militesente: l’elemento troll. Già perché dovete sapere che la mente del troll, nei suoi ragionamenti, nelle sue interpretazioni della realtà, non segue quasi mai schemi lineari, spesso nemmeno quando è necessaria la massima serietà in una questione, figuriamoci nelle situazioni di tutti i giorni.
Allora può capitare, a titolo esemplificativo, che una bella donna mostri al troll, lasciando magari trapelare anche un certo interesse nei suoi confronti, una foto romantica di un mare al tramonto, con le onde che pare quasi di sentirle mentre, schiumando dolcemente, si sciolgono sul bagnasciuga. Il troll, badate bene, non è stupido, capisce che con la propria reazione, potrebbe giocarsi l’occasione della sua vita, ma è più forte di lui e inizia a ridere. Si, perché lui su quella foto ci vede un cinghiale e la scritta “condividi anche tu un cinghiale al tramonto” e niente… forse è per questo che non c’ho mai combinato niente con le donne, comunque, torniamo al Panda.
Fu così che un giorno, scorrendo alcune foto di un evento pattinifero, ci imbattemmo in una foto di gruppo nella quale era presente anche il Panda, che fino a quel momento era semplicemente chiamato Walter, un po’ come Spider-Man che prima del morso del ragno era semplicemente chiamato Gino. Forse la foto era un po’ scura, forse Walter era sotto una luce sbagliata (o giusta, a seconda di come volete vedere la cosa) fatto sta che qualcuno ingenuamente osservò dicendomi (dicendo a me troll): “Guarda, qui Walter sembra un panda”.
Fu come un fulmine a ciel sereno. Guardai la foto, in effetti la rotondità del faccione e la luce strana che lo colpiva, gli faceva gli occhi scuri e le guance chiare: sembrava proprio un panda. Nella mente del troll si aprì un mondo e aveva una nuova missione: sostituire facce di Walter con facce di panda e viceversa, panda col sigaro, panda con la pipa, panda che bevono birra e panda che grigliano carne di panda e il resto è storia.
Il nome Walter fu presto dimenticato, come nessuno si ricorda ad esempio che il vero nome di Wonder Woman era Assunta, e oggi, qualcuno solo leggendo questa storia conosce il vero nome del Panda, anzi lui stesso mi ha confessato che a volte, quando esagera col whisky, non si ricorda come si chiama e che spesso la mattina per darsi la carica, si guarda allo specchio e si sussurra: “Hey, forza! Tu sei il Panda e il Panda non molla mai!”. E questa, signori, è la leggenda del Panda.